«Annina cara, l’ultima volta che ci siamo visti, a quella cena piena di luce alla trattoria
Ottavo cielo, avrei voluto dirti quello che mi sentivo ribollire dentro quando eri davanti a
me.
Proprio a te avrei voluto parlare per settenari, ma la verità è che quando ho cercato
di dirti quello che provavo, al massimo sono riuscito a balbettare qualcosa: il cuore mi
saltava dentro come una rana e non ci capivo più niente.»