APRI è un progetto di racconti per corrispondenza.
Ogni busta contiene un racconto autoconclusivo scritto da un’autrice o un autore differente: ogni storia è in forma epistolare, ogni lettera racconta una storia.
APRI vuole giocare con tutto ciò che una lettera può raccontare anche al di fuori del semplice testo: la grafia, gli errori, la carta, la busta e il destinatario (fittizio e non) fanno parte della storia, come se il lettore a tutti gli effetti aprisse e leggesse qualcosa destinato a qualcun altro. Ogni busta può contenere foto, cartoline o biglietti, essere strappata, macchiata o scarabocchiata.
La lettera arriva al lettore chiusa, e già dal francobollo e dal destinatario inizia a raccontare la sua storia.
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Quando ancora di APRI non esisteva niente se non l’idea di creare un abbonamento di racconti in forma di lettere, molte (forse troppe) energie sono state spese per trovare il nome giusto. Era difficile creare qualcosa senza sapere ancora come chiamarlo. Serviva un nome che comunicasse insieme la nostalgia e il calore della narrazione epistolare, il mistero di storie sempre nuove e segrete, magari usando un’arguta citazione letteraria.
Ci era stato suggerito Tristero (da Thomas Pynchon), la rete di comunicazione clandestina risalente al medioevo e antagonista al sistema postale del Sacro Romano Impero.
Avevamo pensato a Il quinto messaggero, l’ultimo Cavaliere del Re che ne I sette messaggeri di Buzzati galoppava per anni per recapitare le sue lettere.
Avrebbe potuto chiamarsi Ersilia, come la Città Invisibile di Calvino dove “ragnatele di rapporti intricati cercano una forma”, o Morag, il nome dell’amica-di-matita di Charlie Brown.
Per diversi mesi è stato P.S., che di volta in volta poteva significare Post Scriptum, Posta Sperduta, Parole Scritte, Piccole Storie o Pomodori Secchi.
Alla fine tra tutti ha vinto un’azione semplice, un suggerimento ammiccante, forse l’acronimo di una società segreta: APRI. Perché in fondo è solo quando strappiamo la busta che decidiamo di diventarne i destinatari, e il mittente smette di essere un estraneo.
È autore del webcomic sperimentale TO BE continued e di Dove non sei tu (Coconino Press 2018), lavora per Hamelin Associazione Culturale e BilBOlbul Festival Internazionale di Fumetto.
Lavora dal 2002 in ambito editoriale. Ha collaborato come lettrice/redattrice /editor con Fazi, Elliot, Giunti, Bompiani, Fandango, Atlantide, Multiplayer. Fa parte del collettivo Strega OFF e collabora con le riviste e fanzine «RVM» e «Ossì». Dal 2018 dirige il progetto +luce | fiammiferi illustrati.
Lavora dal 2010 come consulente in comunicazione digitale e social media manager per vari soggetti del territorio bolognese. Giornalista pubblicista, dal 2018 scrive per la rivista online «Lucidamente».
Ha creato siti e app come Topoinfo e WeBus, l’app per il trasporto pubblico di Bologna. Attualmente lavora per Tper e realizza siti e applicazioni web da freelance.
Da 25 anni si occupa di grafica editoriale. Collabora stabilmente con Hamelin Associazione Culturale, Bilbolbul Festival internazionale di Fumetto e Schermi e Lavagne, progetto di educazione all’immagine promosso della Cineteca di Bologna.
Co-founder di Studio Clip, è illustratrice e pittrice. Lavora come grafica per l’agenzia Too Bee Online.
È diventata editor perché, anche da grande, i libri per ragazzi sono rimasti la sua passione. Dopo il colpo di fulmine per questo lavoro in Edizioni Lapis, nel 2004 è entrata nella redazione del Battello a Vapore, per poi approdare in Mondadori Ragazzi dove continua ad andare a caccia di storie.
Da piccola voleva vivere in un mondo di carta perché quello reale non era abbastanza avventuroso. Da “grande” sta muovendo i primi passi nel mondo dell’editoria perché crede che le storie abbiano la forza di muovere l’universo. Legge e lavora per Mondadori Ragazzi.