«Cari Emilia e Leandro,
non vi ho scritto prima perché le mie prime tre settimane a Berlino sono state un lungo vagare da una strada all’altra senza nessuna particolare novità.
La voce di Bruno continuava a risuonarmi nella testa: “Non ho genitori, non ho parenti, sono solo al mondo. La mia famiglia siete voi. Promettetemi che saremo per sempre amici”. Ve lo ricordate? Era quella sera di luglio in cui stavamo brindando alla fine degli esami di maturità. È stato questo ricordo a convincermi a rimanere qui. Lo stavo facendo per lui, perché magari si trovava in pericolo e aveva bisogno d’aiuto, ma anche per me, per noi e per quella promessa.»